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Alla persona che ha tendenze suicide ma vuole vivere

Alla persona che ha tendenze suicide ma vuole vivere.

Non so nemmeno dirvi quante volte ho immaginato di essere morto. Non posso nemmeno descrivervi quante volte ho visto il mio funerale, le persone intorno alla bara, quante volte ho immaginato come sarebbe stato il mondo senza di me.

Non so perché ma questi pensieri sembrano perseguitarmi, eppure non voglio morire. Di solito si dà per scontato che se una persona pensa alla morte, vuole morire e se non ci pensa, non vuole morire.

Non è vero. Che dire di coloro che sono bloccati in una zona grigia, pensando alla morte? E quelli come me?

Penso alla morte fin dalle scuole superiori.

Mi sono ritrovata a essere perseguitata da pensieri suicidi. Non posso nemmeno dire che la pubertà c'entri qualcosa, perché la morte mi perseguita ancora oggi. Mi sono ritrovata a pensare di essere rapita. Ho pensato: e se un giorno non fossi più tornata a casa da scuola?

C'era un ponte che dovevo attraversare ogni giorno, tornando a casa da scuola. Mi sono fermata tante volte nel mezzo, fissando il fiume freddo e profondo, pensando a cosa sarebbe successo se fossi caduta?

Come mi sarei sentito mentre cadevo, cosa mi sarebbe passato per la testa durante la discesa? Come mi sentirei quando il mio corpo entrasse in contatto con l'acqua ghiacciata? Sarei ancora vivo prima di cadere nel fiume o il mio cuore cederebbe proprio all'inizio della caduta?

E se fossi rimasto vivo, l'acqua mi avrebbe trascinato in una grotta o qualcosa del genere? Il mio corpo sarebbe mai uscito a galla?

Avrei potuto provarci, ma non volevo. Erano solo pensieri e nient'altro. Non voglio morire. Amo la mia vita e voglio continuare a viverla. Non voglio che il mio viaggio finisca.

L'ho tenuto per me. Non ho mai detto a nessuno cosa mi passava per la testa così spesso. Sapevo che se avessi condiviso quello che provavo, le persone si sarebbero preoccupate e avrebbero cercato di salvarmi dal suicidio. Ma non ho mai avuto intenzione di farlo.

Non voglio pensare alla morte, mi fa paura. Ma non posso spegnere il mio cervello. Non posso dirgli a cosa pensare.

Questi pensieri mi colgono impreparato. Non so mai quando arrivano. Spesso accadono quando meno me lo aspetto, quando tutto nella mia vita va alla grande, quando non ho nulla di cui preoccuparmi.

Poi, all'improvviso, vedo qualcosa che fa scattare nella mia mente l'invito a entrare nella mia testa e nel mio cuore con pensieri negativi.

La depressione gioca un ruolo importante. Compare come un ospite non invitato di cui non ci si può liberare. Se ne va quando si annoia, quando non ha altro da fare.

Tutti i brutti ricordi, tutti i sentimenti repressi, vengono a galla, mi soffocano, non mi lasciano respirare.

Mi isolo dal mondo. Mi chiudo nella mia stanza, rimuginando sul mio dolore e pregando Dio che smetta. Mi sento sola, sento che a nessuno importa di me, a nessuno importa se vivo o muoio. Mi sento completamente impotente.

Quando mi sento così, non riesco a fermarmi.

Mi sembra di nuotare in un oceano e, anche se non c'è nessuno, mi sento al sicuro. Il sole splende e mi riscalda il viso, è come se mi baciasse. Mi sento al sicuro e felice, mi sto divertendo.

Ma poi, dal nulla, appare un'enorme nuvola che blocca il sole. Inizia a fare freddo e quel bellissimo e vasto oceano che mi faceva sentire libero e felice non è più un luogo sicuro.

Ora è come essere intrappolati in un incubo spaventoso in cui sto lottando per ogni mio respiro. Le grandi onde mi stanno annegando e la terraferma è introvabile. Sono indifeso. Impotente e sola.

E questo accade di continuo. Mi lascio andare ai miei pensieri, sono in un luogo sicuro e poi le nuvole appaiono all'improvviso. Non le vedo mai arrivare e non riesco a scacciarle.

E non so mai quando tornerà. Posso solo sperare che non succeda.

So di non essere sola.

All'inizio pensavo di esserlo. Pensavo che ci fosse qualcosa di gravemente sbagliato. So che ci sono persone come me là fuori. E voglio dirvi che non siete soli. Non siete pazzi.

Parlate con qualcuno, chiunque. Parlate con qualcuno di cui vi fidate, un amico o un familiare, un terapeuta. Dovete far uscire quei pensieri. Devi dirli ad alta voce. Devi avere la conferma che non sei diverso da tutti gli altri.

Ci sono molti di noi là fuori che lottano ogni giorno per cercare di vincere questa battaglia, ma non ne parlano. E poi si pensa di essere gli unici.

Per anni ho tenuto per me i miei pensieri perché avevo troppa paura di essere etichettata come la pazza. Chi, sano di mente, pensa alla morte ma non vuole morire? Avevo così paura che mi avrebbero internata e dichiarata inadatta a vivere da sola.

Poi ho corso il rischio e ho parlato con la persona di cui mi fidavo di più. Poi ho trovato un sostegno e un luogo sicuro dove andare ogni volta che questi pensieri, questi sentimenti che sono reali come i vostri, mi consumano.

Non esitate a chiedere aiuto. Non vergognatevi di ciò che vi sta accadendo. Non siete gli unici. Non siete arrabbiati. Siete solo onesti con voi stessi. State accettando quello che provate.